Scopri Melle

Autore: Valerio Dutto    |    Condividi su:   

Un giro ideale per le famiglie, perfetto per scoprire Melle. Una passeggiata di un’ora e mezza tra le strade del paese per conoscere l’antico borgo. Saliti alla big bench azzurra si torna, su un piacevole sentiero, al punto di partenza nei pressi della parrocchiale. L’itinerario non presenta difficoltà, ma è consigliabile avere scarpe comode che permettano di superare agevolmente brevi tratti su sentiero.

Ascesa
80 m circa

Distanza
3 km circa

Durata
1 h 30' circa

Difficoltà
Per tutti

Accesso in auto: lasciare l’auto in piazza Botta, proprio di fronte ai due bar del paese, Fioca e La Ciöca, oppure nel parcheggio davanti all’area camper.

Da piazza Botta imboccare via Tre Martiri fino ad arrivare alla piazzetta Marchetti, su cui da una parte si affaccia l’antico palazzo Orselli e dall’altra una panetteria pasticceria e l’Officina Antagonisti.

Il palazzo risale al Cinquecento ed era proprietà dei conti Orselli, famiglia originaria di Saluzzo che esercitò a lungo la signoria su Melle. L’edificio, rimaneggiato più volte e ora in vendita, presenta un notevole slancio in altezza e molta eleganza nelle linee architettoniche con il suo caratteristico loggiato che domina il paese.

Dalla piazzetta si passa sotto all’evidente arcata imboccando il vicolo del Borgo, che, poco più avanti, si ricongiunge alla via Tre Martiri in prossimità di una casa sulla cui facciata si può ammirare un antico affresco restaurato.

L’affresco raffigura una Madonna in trono con il Bambino, tra i santi Antonio Abate e Sebastiano. Il dipinto, recentemente recuperato, con la presenza dei due santi tradizionalmente invocati contro la diffusione del contagio della peste, è probabilmente stato realizzato come ringraziamento per lo scampato pericolo. Il dipinto è da collocarsi tra il 1420 e il 1470.

Siamo nella parte più antica di Melle.

Il toponimo Melle ha un significato incerto. Alcuni lo fanno risalire alla parola “mele”, per altri potrebbe risalire a “miele” o “mel”, che significa poggio, come la posizione del nucleo originario dell’abitato.

Tornare verso la piazzetta Marchetti percorrendo via Tre Martiri e, appena oltre il palazzo Orselli, svoltare a destra sulla stradina asfaltata che sale decisa davanti al B&B Marietta.

Si affianca un pilone (uno degli ottantotto censiti nel comune di Melle) e si continua raggiungendo nella curva l’edifico dell’antica Confratria dove è presente un affresco della Trinità della seconda metà del Quattrocento.

Procedere superando un secondo pilone fino a intersecare via Nuova Castellar, la strada asfaltata che conduce alle borgate a monte di Melle. La si segue in salita verso destra fino ad arrivare a un tornante che, se non c’è vegetazione a coprirne la vista, offre una panoramica privilegiata sull’intero abitato di Melle e sull’opposto versante all’”adrech”, quello esposto al sole.

Appena oltre non si deve perdere un breve deviazione verso destra per raggiungere in un paio di minuti la rocca che sovrasta il paese. Dove un tempo si trovava un castello fatto costruire dal Marchese di Saluzzo oggi è stata posizionata una delle celebri panchine giganti parte del progetto “big bench”.

Proseguire poi nuovamente sulla strada asfaltata fino a un tornante, dove la si abbandona prendendo un sentierino che fa subito una svolta a sinistra e scende in un gradevole boschetto.

Questo sentiero era l’antica via di collegamento con le borgate a monte.

Nei pressi di alcune case il sentiero diventa nuovamente strada asfaltata che ci riporta su via Nuova Castellar. Questa volta scendere a destra per abbandonarla quasi subito nel tornante svoltando ancora a destra su un ponte. Poco oltre si può ammirare un perfetto e antico ponte in pietra.

All’incirca all’altezza del ponte imboccare dalla parte opposta (sinistra) un piacevole sentierino balcone che passa sopra all’antico mulino.

Arrivati alle case il sentiero diventa prima sterrata e appena oltre strada asfaltata. A questo punto si può vagare senza percorso obbligato tra le strade del paese fino ad arrivare alla parrocchiale e al sacrario per poi tornare alla piazza Botta chiudendo l’anello.

Il sacrario era in origine una pregevole cappella del XVII secolo. Al suo interno sono conservate 10.000 piastrine, una per ciascun caduto per l’Italia in guerra nel mondo.

Si declina ogni responsabilità per eventuali incidenti, inconvenienti o conseguenze dannose che possano derivare dalle informazioni divulgate. Chi decide di ripetere questo itinerario lo fa sotto la sua completa responsabilità.